La casa al mare

Ieri sera sono uscita, ero a casa di amici in un quartiere che non sembra nemmeno Roma, pieno di verde, pieno di vialetti, con le case basse e tanti terrazzi pieni di fiori.

Aveva appena piovuto, i pini del cortile avevano restituito all’aria l’odore dell’estate quando arriva ad asciugare gli ultimi acquazzoni primaverili, quando l’umidità arriccia i capelli e le zanzare ritornano a ricordarti che anche la bella stagione ha i suoi difetti…

Mi è rimbalzato in testa il ricordo della casa di fronte al mare che già a marzo dicevo di voler fittare per i mesi estivi, per rientrare da lavoro e trovarci tutti gli amori di cui ho sempre bisogno, compreso il mare. E l’odore dei pini.

Non era importante dove, nè che il mare fosse particolarmente bello, mi bastava fosse stato a portata di finestra e che di notte, nel silenzio, se ne sentisse il rumore dalla camera da letto, che di giorno ne arrivasse il riflesso in cucina.

E che nei week end si sarebbe potuto dormire sapendo di averlo lì ad aspettarci, di poterlo raggiungere in qualsiasi momento della giornata con pochi passi nella nostra più barcollante forma sbadigliante, tipica dei risvegli dopo le notti di venerdì corti passati a cucinare pesce, bere vino bianco e inebriarsi della salsedine che entra dalle finestre portata dalla brezza.

Una casa piena di sole, con le pareti bianche, spazi piccoli e aperti, dove non si può nascondere nulla, non si può perdere nulla. Colori tenui, tanto azzurro.

Una casa dove tornare tutti i giorni per iniziare a vivere la giornata vera, la vita che inizia dopo le 18, molto più di una comfort zone, e di certo non un rifugio.

Il punto di partenza e il punto di ritorno.

Il porto aperto per amici e parenti, il luogo delle relazioni che contano, degli incontri che confortano, rallegrano, riportano la mente solo sulle cose belle.

E camminare scalzi, incuranti della polvere e della sabbia sul pavimento, o della terra e dell’erba che spostiamo in casa del giardinetto dove la sera guardiamo le stelle aspettando che ne cada qualcuna, ma solo per ammirarne lo spettacolo delle scie luminose nel blu del cielo notturno.

Perchè a quel punto, in quella casa fronte mare, con i miei amori, gli amici, una cucina con una dispensa ben fornita, la birra in frigo e una moka, non ci sarebbe stato bisogno di esprimere nessun altro desiderio.

Chiudere la porta e lasciare fuori il mondo in cui tutto va conquistato, dibattutto, dimostrato, per entrare nella dimensione del semplice, ritrovare la serenità di sentirsi felici senza dover lottare ma solo sapendo di essere sotto lo stesso tetto di chi ami.

Distaccarsi da pensieri e problemi, e riuscire a guardarli da lontano.

E avere voglia di appendere nuovi quadri alle pareti, poter fissare ai muri pezzi di storie che non si vogliono dimenticare, composizioni di ricordi e raffigurazioni varie di progetti futuri che riescano in questo modo a passare dall’ideale al materiale, da un passato dimenticabile o un futuro ipotizzabile all’infinito perdurante.

Scuscinarsi sul sofa per le chiacchiere occhi negli occhi, o per le guerre con i cuscini, o per le coccole della sera e tutto quello che solitamente ne viene dopo…

Gestire il problema formiche, che è tipico delle case al mare, ci sono sempre le formiche nelle case di mare, ma anche tante soluzioni da sperimentare. Il veleno no, che tanto poi, distratti come siamo, lo togliamo con l’aspirapolvere poco dopo averlo messo. Piuttosto seguiamo la coda lunga per capire da dove arrivano e come ci sono arrivate in cucina?…ah, ovvio, sbricioliamo qualsiasi cosa mangiamo ovunque!

E mille piccole cose comprate in negozi di vario genere, perchè a casa a mare non ce lo metti uno scacciapensieri di conchiglie, un portatovaglioli a forma di pesce e l’orologio a forma di timone?

Sentirsi sempre in pace, anche quando si è lontani da quella casa, sapendo che c’è e che è il luogo in cui puoi andare in qualsiasi momento a rimettere in ordine i pensieri, ritrovare le sicurezze.

Ed è dove si aspetta l’arrivo dell’altro curando i dettagli con gesti lenti e attenti che preparano l’accoglienza e ingannano l’attesa.

E invece è arrivato l’autunno, la casa al mare non è mai esistita e mai esisterà perchè mancherebbe una parte importante del progetto, e io nelle cose importanti non so e non voglio sostituire, nessuno dei protagonisti che avevo scritturato per questo mio film può avere una controfigura.

E per quanto il mare resterà sempre il mio primo amore, non sarà più facile guardarlo con la stessa gioia senza sentirne l’amaro del sale, il freddo dell’acqua sui piedi a riva e il brivido fastidioso che ti fa desistere dal tuffarti, il supplizio di un sole scottante che una volta ti rendeva tanto felice perchè ti riportava i tuoi ricci ribelli.

Però c’è sempre la montagna, il foliage prima e la neve poi, una piccola baita in mezzo agli abeti, le pigne, l’odore del vino cotto e le tazze di cioccolato caldo traboccanti di panna, le passeggiate nei sentieri sotto chili di maglioni di lana e piumini, e al ritorno un camino acceso a riscaldare tutti.

Ma questa è un’altra storia, ambientazione da verificare, trama non ancora pervenuta. Cast ancora da definire.

Intanto ciao Estate, mancherai. Mancherai tu e mancherà la nostra casa al mare.

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