Scegli.

[Scritto il 15 Marzo 2015]

Il distacco emotivo.

Quando dall’incazzatura dirompente e invalidante, o dalla felicità che ti fa ridere come una scema al sol pensiero, passi improvvisamente a momenti di disarmante, inattesa, serena lucidità. E sei già un passo più lontana.

Dal non riuscire a non pensarci ogni giorno, più volte al giorno, al non ricordartene più.

Al realizzare che sta accadendo che stai cambiando visuale, che senza accorgertene ti sei spostata, hai cambiato prospettiva, e concludere che, infondo infondo, questa e’ cosa buona e giusta.

Dal sentire la necessità di consolatori oggetti transizionali, come i bambini che tengono sempre con se qualcosa della mamma, quasi a voler rendere un legame indistruttibile e tangibile insieme, conferendo a quella cosa l’imprescindibile compito di ricreare la dimensione emotiva (quella sensazione di essere amato, di esser coinvolto in una relazione, di non essere esposto all’ignoto) di cui è stata inconsapevolmente testimone.

Per arrivare senza accorgersene al rinunciarci spontaneamente senza sentire il peso della mancanza.

Come i bambini cresci, molli la copertina e non te ne accorgi nemmeno.

Non soffri più.

Prendi solo il buono, dai tutto quello che puoi dare, ed in ogni caso sei pronta al rifiuto, al disinteresse, al distacco emotivo e questa volta a subirlo.

Ma senza mai rinunciare, senza mai arrenderti.

Dice qualcun altro, e io sono molto d’accordo: “…la vita è breve e il tempo è l’unica cosa che non potremo mai riavere. Potete arrivare alla fine dei vostri giorni rimpiangendo l’amore, oppure felici delle vostre decisioni.

Scegliete l’amore”.

E anche un po’ di cioccolato, che aiuta sempre.

Perchè scegliere richiede un sacco di endorfina.

 

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