Tartare di Cuore al tavolo 11.

– Mamma che hai?
– Niente tesoro…
– Lo so bene cosa hai…

E si attacca a me in un abbraccio. La sua testa piena di ricci si appoggia al mio petto col suo orecchio sul mio seno, quasi a voler esser certa che dentro ci sia qualcosa che batta ancora, che l’aria fluisca ancora nei polmoni, che la mamma sia ancora almeno fisicamente lì.

– Lo so, (10 anni ma lei lo sa davvero), sei sola con mille ricordi, non senti più niente, il dolore è costante, sei sbigottita.
Hai fatto un regalo e invece di sentirti dire un meravigliato grazie, come ogni buona mamma insegna a fare ad un figlio, ti ha aggredita, mortificata.
Per l’ennesima volta, tu che volevi creare un sorriso hai ricevuto un nuovo dolore in cambio.
Hai chiesto aiuto a fare la cosa più dolorosa che ti sia capitata negli ultimi anni e ti hanno detto che non lo meriti.
Hai diritto alla comprensione che hai riconosciuto a tutti, come quando io a scuola ascolto le mie amiche lamentarsi dei loro genitori, delle maestre, delle altre amiche.
Ma quando poi chiedo di essere ascoltata non ho altro orecchio che il tuo, mamma.
Anche se io vorrei il loro, l’orecchio delle mie bff, perché le sento più simili a me.
Io loro le lascio fare, ostento sorrisi e serenità a scuola poi vengo qui a piangere e a cercare calore con te, sotto la copertina, sul divano.
Poi tanto lo so che gli passa e tornano, ed è questa l’unica differenza.
Che invece da te quella persona non tornerà più.
Ma mamma, se può consolarti, io penso che a perderci sia solo lui.
Soprattutto perchè non perde solo te, perde anche me.
E sappi che manca anche a me, ero silenziosamente felice quando chiedeva come io stessi, cosa facessi, i video dei miei saggi, la prossima avventura da fare insieme, le lotte con i cuscini, i tuffi dalla barca, le serate sushi con le bacchette Cambogiane.

Però cosa ce ne facciamo di uno che oggi mangia solo tartare di cuore, il tuo, crudo come i suoi modi, tagliato al coltello e condito di cattiveria?

– Basta sushi, infatti, figlia.
Che di cuore mamma ne ha uno solo e se proprio dobbiamo darlo in pasto a qualcuno, che almeno sia un palato fine, capace di capirne il valore.

– Pizza&Cinemino allora?

– Andata.

(… E adesso pensate pure che io sia una pessima madre, che se una figlia deve consolarti in questo modo hai invertito i ruoli, la carichi di pesi per cui non è strutturata, le hai reso tutto più complesso. La verità la sappiamo solo io e lei. E cioè sappiamo che nessun legame è più forte di quello tra una madre e una figlia, e che noi due non siamo riconducibili a nessuno schema preconfezionato da studi psicologici o sociali. L’amore che abbiamo scelto è quello che ci ha permesso di navigare in mezzo allo schifo di una separazione lunga e dolorosa e ritrovare sempre insieme la forza e il sorriso per seguire il sole. E che resterà tale in tutte le altre separazioni che verranno.

Perciò lasciate stare, chi non ce l’ha non lo può capire.)

2 pensieri su “Tartare di Cuore al tavolo 11.

  1. Anna Colosimo ha detto:

    Come sempre mi lasci senza parole,tanto che queste mi arrivano come un pugno allo stomaco.Un rapporto tra te e Anna,cioè tra mamma e figlia è qualcosa di meraviglioso che raramente si trova tra i figli.Certo oea i ruoli si sono invertiti,ma se Anna mostra una tale saggezza e profondità è solo x merito tuo,sa che qualunque cosa accada fuori di casa,dentro casa trova un porto sicuro e questo lo trovi anche tu,trovando Anna.Una mamma vorrebbe proteggere e mettere in guardia i propri figli,ma non ci si riesce,nonostante la nostra buona volontà,anche loro come noi devono credere,provare,sperimentare,soffrire,ma la cosa più bella è che insieme potete curarvi le ferite.Lasciati curare,dai suoi abbracci,dalla sua testa riccioluta,dai suoi abbracci.TVB.

    "Mi piace"

Lascia un commento