In amore vince chi frigge.

Io lo so che adesso dirò una cosa profondamente impopolare, anche un pò brutta forse.

Ma sta mattina, come tutti i lunedì, ma magari come tutti i giorni da Marzo scorso ad oggi in verità, mi sono svegliata un pò pensierosa.

La differenze è che oggi anche se la sveglia ha suonato sempre alla stessa ora, fuori era già giorno, e questo forse ha stimolato le mie sinapsi al punto da farmi più velocemente convolare a dei pensieri di senso compiuto, non necessariamente giusti ma quanto meno non totalmente sconclusionati come i pensieri che faccio di solito di mattina appena sveglia.

In più Anna si è svegliata particolarmente loquace oggi, aveva voglia di raccontarmi i sogni che durante la notte l’avevano agitata, perchè “ho sognato che ‘quell-infame-che-non-voglio-nominare-con-cui-sei-stata’ tentava di ammazzarti con un cocktail a base di ghiaccio avvelenato…”

Che uomini baciati dalla fortuna siete voi che vi legate a donne che hanno una figlia e poi ve ne liberate in un “non voglio più saperne niente di te” strillato mentre sbattete una porta di vetro, assicurandovi che sia ben chiusa con una mandata di chiavi. Alla fine siete quelli che si beccano due piccioni con una fava: pubblicamente diranno entrambe di non volerne più nemmeno parlare di voi ma poi, mentre voi passerete le notti a rotolarvi nel letto con la prossima eletta, in un altro letto, a conti fatti, continueranno a sognarvi in due.

E dunque pensavo che forse mi sarebbe molto più comoda una situazione di tacito accordo con una controparte senza pretese e senza aspettative, senza implicazioni emotive con cui fare ogni tanto una fisiologica sessione di ginnastica da letto e qualche uscita giusto per chiacchierare e ridere.

Visto che ogni volta che mi affeziono a qualcuno e mi lego, con tutte le conseguenze tipiche della situazione, compreso svegliarsi pensierosi per mesi, e restare sveglia giornate intere pensando spesso  sempre allo stesso pensiero, e andare a dormire che poi quel pensiero te lo sogni e allora non vedi l’ora di svegliarti per smettere di sognarlo e fare pace con la realtà dei fatti, e via così in un loop infinito…insomma ogni volta mi ritrovo con la carogna di una relazione sulle spalle.

Gli altri si rimettono in carreggiata, ripristinano il sistema come se fosse stato solo un bug momentaneo, ricominciano a sorridere di gusto  e senza sforzo. Ti dimenticano con facilità per quanto sono concentrati su se stessi. Io non sono capace. Come si fa? Boh!

E soffro. Per mesi poi…e insomma questa mattina ho concluso che forse è il momento di rassegnarsi, accettare il fatto che “loro” sono tutti uguali e io non sono più fatta per amare una persona illimitatamente che sia diversa dalla mia coinquilina bionda.

Anzi, la verità? Non c’ho più voglia.

E di questo avvilimento bisogna fare i complimenti all’ultimo che è passato di qua, l’infame di cui sopra, che effettivamente ha fatto un’ottima opera di indottrinamento (usando una parola che gli avrebbe fatto venire l’orticaria!) senza nemmeno accorgersene, riuscendo nella difficile impresa, che sinora nessuno aveva compiuto, di convincermi sul fatto che l’amore non basta, che non può funzionare se non lo accetti o non lo subisci così com’è, che non c’è spazio per i miglioramenti, per gli sforzi, per la costruzione.

Ma soprattutto che ogni cosa che io avevo ritenuto speciale perchè nostra, in verità è esattamente replicabile con chiunque altra. Ha reso trascurabile l’importanza di ogni nostro momento più profondo rivivendolo con una o più estranee.

E questa cosa la fanno tutti, è palese, la vedo in tutti gli altri che si sono proposti e si propongono come la nuova chance che serve anche, anzi prima di tutto a quelli come loro che riattivano automaticamente tutti i dinamismi tipici di chi deve ristabilire in tempi non brevi, di più, immediati, l’equilibrio che avevano in passato, le routine quotidiana, riempire immediatamente i vuoti per sentirsi a posto e non accusare più il peso della mancanza, non affrontare la difficoltà del cambiamento.

Uno addirittura mi ha detto: domani torno, ti porto i miei biscotti preferiti cosi dormo con te e poi facciamo colazione insieme.

… domani torni? E chi ti ha invitato?

E posto pure che a me faccia piacere rivederti, chi ti dice che io dovrei avere voglia di dormire con te, fare colazione con te, e mangiare i biscotti, che poi sono quelli che piacciono a te? …Mangi solo tu?

Io voglio le mie fette biscottate con il burro e la marmellata, il caffè e per il momento il silenzio del 6.30 del mattino nella cucina di casa mia.

Vorrei la meraviglia dei desideri maturati quando si ci accorge di essere speciali l’uno per l’altro, quando si ci riconosce negli abbracci, negli sguardi prima che dentro un letto.

Ma quella che aveva lui, in realtà, non era esigenza di stare con me. Era esigenza di stare con qualcuno e rifare colazione come tutte le sue mattine fino a qualche mese fa, con una donna e i soliti biscotti…

Perchè il concetto di questi (quasi tutti) uomini che dicono di essere usciti da una storia della quale non hanno capito un tubo nemmeno loro, e tra le altre cose non hanno capito nemmeno che non ne sono usciti, ma stanno solo cercando di scapparne,  è: meglio questo che niente….

E invece è questione di visualizzare l’inizio della fine prima di decidere che è finita.

Il che vuol dire aspettare. Passare in mezzo ai silenzi delle mattine solitarie e alla moka per due col caffè che avanzerà sempre.

Ma loro non lo capiscono, soprattutto dopo una certa età. E nemmeno prima forse.

E insomma io con l’amore che è solo una parola, un oggetto, un’abitudine che avevi con un’altra e ora vuoi con me, io non ci voglio più avere a che fare.

Forse l’unica vera possibilità per ritrovare la serenità è fare un corso di tecniche di frittura e cercare la felicità in tutto ciò che si può affogare nell’olio bollente.

Fatemi studiare, poi vi invito tutti a cena.

 

2 pensieri su “In amore vince chi frigge.

  1. novecentomilaepiu ha detto:

    mi piace la conclusione del tuo post….di certo, dopo la tua esperienza che ti ha lasciato solo sofferenza, diventa complicata la strada da percorrere per riconquistarsi quella serenità che ci fa stare bene ma non demordere che ci riuscirai.
    un grosso “in bocca al lupo”!

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